Col tempo si manifestarono i primi segnali di crisi ed alcuni giacimenti si esaurirono: si susseguirono le chiusure dei cantieri di Malzas (ottobre 1960), Comba La Fracia – Sapatlé e Pleinet (1961), La Roussa (aprile 1963), Envie (ottobre 1963) e Maniglia (marzo 1968). Le restanti miniere furono ristrutturate in tre sezioni: Gianfranco, Gianna e Crosetto, mentre la Paola venne unificata alla Gianna e la Vittoria venne  definitivamente chiusa. L’attività proseguì a pieno ritmo e si introdussero nuovi sistemi che consentivano una maggior efficienza produttiva: le pale caricatrici su rotaia, un impianto meccanizzato ad aria compressa per la ripiena (che in seguito avrebbe consentito l’utilizzo della ripiena cementata) ed infine, verso la metà degli anni ’70, il sistema di coltivazione discendente fu preferito a quello ascendente, in quanto più sicuro ed economico.

All’inizio degli anni ’80 si abbandonò l’estrazione della grafite con la chiusura delle miniere dapprima di Inverso Pinasca ed infine di San Germano Chisone (1984). Sul finire dello stesso decennio iniziò il progressivo esaurimento di tutti i cantieri di talco in sinistra orografica (Fontane) e l’attività si concentrò sempre più sul versante opposto (Crosetto).

Siamo ormai nel 1990 quando alla Società “Talco e Grafite Val Chisone” subentra il gruppo francese “Talc de Luzenac – Luzenac Val Chisone” che rivoluziona radicalmente tutti i settori della lavorazione con l’introduzione di nuove tecnologie e l’apertura a Pomeifré, nel 1995, di una nuova galleria denominata “Rodoretto”.

Nel 1995 si chiudono definitivamente anche i cantieri della Gianna e nel 2002 quelli di Crosetto.

Dal febbraio 2006 la Società Luzenac Val Chisone è entrata a far parte del Gruppo “Rio Tinto Minerals”, leader mondiale nella produzione di minerali industriali. L’attività estrattiva prosegue oggi all’interno della sola miniera Rodoretto.

 

 "Minatori in cantiere"

 "Miniera Rodoretto (Prali)"

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